S-P-O-N-D-E (Sbarchi, Partenze, Odissee, Narrazioni, Documenti, Ecologie)

S-P-O-N-D-E è una rete di progetti interdisciplinari e multimediali che esplora i luoghi di contatto tra acqua e terra: coste da cui chi migra parte o arriva, punti di sbarco delle truppe militari, o spazi naturali in continuo divenire.
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Blocco Uno

 

Questi luoghi, nell’incontro-scontro tra elementi, persone e storie, aprono nuove e inaspettate forme di sapere e abitare grazie allo scambio. Le sponde sono luoghi liminali, fisici e metaforici, che separano e al tempo stesso uniscono acqua e terra, creature viventi, idee, oggetti, civiltà e materiali nel corso del tempo.
Attivo lungo le coste orientali e occidentali degli Stati Uniti in connessione con l’Italia, il progetto coinvolge artisti, registi, studiosi, emigrati e immigrati, che vedono nelle sponde un riflesso delle forme di vita naturale, umana, istituzionale e tecnologica in costante mutazione.
Attraverso progetti multimediali messi in rete, S-P-O-N-D-E ne rivela la complessità, la profondità e la capillarità.

Il titolo stesso, S-P-O-N-D-E, è un acronimo di Sbarchi, Partenze, Odissee, Narrazioni, Documenti ed Ecologie. I trattini funzionano come ponti e pause riflessive, risignificando questi concetti in un territorio come Agrigento, segnato da flussi migratori in arrivo e in partenza, nel passato e nel presente.

Nei progetti di questa rete, le sponde diventano punti di arrivo e di partenza per chi migra per scelta o necessità, spesso attraversando vere e proprie odissee fisiche, emotive e legali. Diventano documenti viventi che registrano doppie appartenenze, confini, sospensioni e possibilità.
Le sponde sono anche sistemi ecologici complessi dove diverse forme di vita convivono – animali, piante, umani, tecnologie, geologie – trasformando le sfide in esperimenti di vivibilità, in un “co-divenire” come formulato da Donna Haraway.
E sono anche stratificazioni geologiche, come la pietra arenaria agrigentina, che ingloba conchiglie e memorie marine.
Sono infine sponde storiche che hanno segnato l’arrivo di eserciti, come nel caso dello sbarco alleato del 1943, tra liberazione e distruzione.

Il progetto prevede più tappe, per costruire un dialogo continuo con i territori e le comunità.
Tra novembre e dicembre 2024 si è svolta una prima residenza ad Agrigento dedicata all’ascolto e alla raccolta delle testimonianze.
Una seconda residenza, tra febbraio e marzo 2025, svilupperà i materiali raccolti in opere e progetti.

Le Eco-culture della Scala dei Turchi 

Le Eco-culture della Scala dei Turchi è un progetto di ricerca digitale che propone percorsi di visita alternativi nella zona dell’iconica falesia. Attraverso una lettura multispecie e multidisciplinare del luogo – che intreccia botanica, biologia marina, geologia, gastronomia, cinema, letteratura – il progetto costruisce una “mappatura spessa” sulla piattaforma ArcGIS, invitando a scoprire le storie umane e non umane che animano questo paesaggio spettacolare e fragile.

Co-ideato dal Prof. Vetri Nathan (UCLA) e dalla Prof.ssa Teresa Fiore (Montclair State University), sulla base della teoria del “co-esistere” di specie e forme di vita, il progetto aggrega studi, ricerche e conoscenze già presenti nel territorio, collegandole per la prima volta in un unico ecosistema narrativo.
Alla realizzazione hanno contribuito docenti di UniPa (Valeria Scavone, Agostino Tomasello, Antonio Caruso), giovani laureati, guide naturalistiche, fotografi e chef agrigentini.
Il sito, arricchito da nuovi materiali raccolti nel 2025, resta aperto a ulteriori contributi da parte di esperti e cittadini, per riflettere la complessità della Scala dei Turchi.
La ricerca è organizzata in tre fasi:

  • Fase 1 (marzo 2025): sopralluoghi, registrazioni, visite guidate

  • Fase 2 (luglio 2025): presentazione pubblica della bozza del sito

  • Fase 3 (dicembre 2025): lancio ufficiale del sito

Gli altri progetti della rete S-P-O-N-D-E

  • Maria D. Rapicavoli: scultura in pietra arenaria incisa con storie di immigrati ad Agrigento, immersa in mare per raccogliere tracce naturali e poi installata nel centro storico.

  • Marina Sagona: mostra di stampe e video-installazione sull’identità e la cittadinanza, che mette in questione lo ius sanguinis e le sue disuguaglianze.

  • Awen Films e Teresa Fiore: video di 5 minuti sull’Operazione Husky (1943), installato nel luogo dello sbarco, con testimonianze locali.

  • Vetri Nathan e Teresa Fiore con geologi e biologi: esplorazione dei luoghi di confine (Torre Salsa, ipogei), per narrare le interazioni tra ecologie e culture.

Il progetto include anche un piano educativo con summer school, stage e scambi tra il Polo Universitario di Agrigento (UNIPA) e università statunitensi, a partire dalla Montclair State University.

Con una pluralità di linguaggi, scultura, video, stampa, geologia, archivio, ricerca multimediale – S-P-O-N-D-E indaga le sponde come luoghi di transizione, memoria ed evoluzione, dove passato, presente e futuro si incontrano.

 

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Conosci le artiste, la casa cinematografica e gli studiosi:

Awen Films è una casa di produzione cinematografica con sede a New York specializzata nella realizzazione di documentari e progetti visivi che esplorano temi di storia sociale e culturale, con particolare attenzione alle interconnessioni tra Italia e Stati Uniti. I loro lungometraggi - If Only I Were That Warrior (2015), Mister Wonderland (2019) e Stonebreakers (2022) - hanno ricevuto riconoscimenti tra cui il Globo d'Oro, il premio del pubblico al Festival dei Popoli e il premio per miglior documentario al History Film Festival. Le opere di Awen Films sono state presentate in numerosi festival, istituzioni accademiche e spazi culturali, e trasmesse su reti televisive internazionali. In collaborazione con il Centro Primo Levi, Awen Films ha realizzato le installazioni video The Rome Lab (2017) e Los Corassones Avlan (2019). Il contributo di Awen Films al progetto S-P-O-N-D-E è curato da Valerio Ciriaci, Isaak Liptzin e Mila Tenaglia. 

Originaria di Agrigento, Teresa Fiore vive negli USA da trent’anni. È titolare della cattedra Inserra di Italianistica e Italoamericanistica a Montclair State University nel New Jersey. Ha anche insegnato a Harvard, Yale, e NYU, e la sua ricerca ha ricevuto fondi Fulbright, Rockefeller e NEH. È autrice del libro Spazi pre-occupati: Una rimappatura delle migrazioni transnazionali e delle eredità coloniali italiane (Mondadori Education/Le Monnier). Ha pubblicato numerosi articoli in inglese, italiano e spagnolo sulle migrazioni da e verso l’Italia sia in riviste che in cataloghi d’arte e volumi collettanei (L’Italia Postcoloniale, New Italian Migrations to the United States, The Routledge History of Italian Americans). Nel 2019 è stata insignita del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Stella d'Italia per il suo lavoro di diplomazia culturale nella diffusione della cultura italiana negli USA attraverso eventi pubblici e programmi didattici. 

montclair.edu

Vetri Nathan è Professore Associato presso il Dipartimento di Lingue Europee e Studi Transculturali dell'Università della California Los Angeles (UCLA). È fondatore e ricercatore principale di un nuovo laboratorio di discipline umanistiche - “The Cybercene Lab” (www.thecybercenelab.org) - concepito come uno spazio interdisciplinare per studiare il benessere multispecie, le connessioni tra le identità culturali e naturali e i legami tra i conflitti umani, il cambiamento climatico ed i danni ambientali. Nato a Mumbai, Vetri Nathan è stato rappresentante indiano presso il prestigioso liceo internazionale Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico a Duino, Trieste. Successivamente, ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Stanford University in California. Autore del libro Marvelous Bodies: Italy’s New Migrant Cinema (2017), ha anche pubblicato numerosi articoli sulle identità diasporiche globali, la teoria postcoloniale, le scienze umanistiche ambientali.
elts.ucla.edu/person/vetri-nathan 

Maria D. Rapicavoli è nata a Catania, vive e lavora a New York. È stata borsista nel Whitney Independent Study Program a New York nel 2012. Ha conseguito un Master in Fine Arts presso la Goldsmiths University di Londra (2005) e una laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Catania (2001). Ha esposto i suoi lavori a New York (The High Line e Socrates Sculpture Park), Milano (Fondazione ICA), Muenster (Westfaerischer Kunstverein), Londra (Whitechapel Gallery), San Francisco (Yerba Buena Center For The Arts). Vincitrice di vari premi (the Italian Institute and the Italian Academy for Advanced Studies, New York, 2021; Italian Council VI edizione, 2019; nctm e l’arte, 2013; DE.MO./Movin’Up, 2011), ha partecipato a diversi programmi di residenza, tra cui Palermo Calling/Art&Science con l’Istituto Svizzero di Roma (2024) e Experimental Arts Education con il Chidren’s Museum of the Arts di New York (2023). Attualmente è un’artista associata con The Elizabeth Foundation for the Arts a New York. 

mdrspace.com 

Marina Sagona è un’artista italiana e americana. Nata a Roma nel 1967, vive a New York dal 1995. Ha studiato Storia dell’Arte all’Università La Sapienza e illustrazione all’Istituto Europeo di Design. A Roma è stata assistente dell’artista postmoderno Mario Schifano e a New York ha cominciato la sua carriera come illustratrice per il New York Times e il New Yorker. La sua esperienza curatoriale include la mostra “Senso Unico” al MoMA PS1 nel 2008 e “Dante Ferretti: Design and Construction for the Cinema” nel 2014. È stata artist in residence alla Domus Artist Residency a Galatina (2019) e alla Chiquita Room Residency a Barcellona (2021). Nel 2022 ha ricevuto una nomination per il Louis Comfort Tiffany Foundation Award. Il suo video Stabat Mater (2021) ha vinto numerosi premi tra cui il Cadence Video Poetry Festival Award, il Best Script/Concept Award al Ribalta Experimental Film Festival e il
Best Experimental Film Award al Sipontum Arthouse International Film Festival. marinasagona.com 

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