S-P-O-N-D-E (Sbarchi, Partenze, Odissee, Narrazioni, Documenti, Ecologie)

S-P-O-N-D-E è una rete di progetti interdisciplinari e multimediali che esplora i luoghi di contatto tra acqua e terra: coste da cui chi migra parte o arriva, punti di sbarco delle truppe militari, o spazi naturali in continuo divenire.
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Blocco Uno

Coordinatrice: Teresa Fiore


Artiste: Maria D. Rapicavoli (New York) e Marina Sagona (New York)

Casa di produzione cinematografica: Awen Films (Valerio Ciriaci, Isaak Liptzin, Mila Tenaglia)

Studiosi: Teresa Fiore (Montclair State University, New Jersey) e Vetri Nathan (UCLA - University of California Los Angeles)

Questi luoghi, nell’incontro-scontro tra elementi, persone e storie, aprono nuove e inaspettate forme di sapere e abitare grazie allo scambio. Le sponde sono luoghi liminali, sia fisici che metaforici, che dividono e connettono acqua e terra, separando e al tempo stesso unendo creature viventi, idee, oggetti, civiltà e materiali nel corso del tempo. Attivo lungo le coste orientali e occidentali degli Stati Uniti in collegamento con l’Italia, questo progetto coinvolge artisti, registi, studiosi ed emigrati e immigrati, che vedono nelle sponde un riflesso delle forme di vita naturale, umana, istituzionale e tecnologica in costante mutazione. Attraverso progetti multimediali indipendenti messi in rete, S-P-O-N-D-E ne rivela la complessità, profondità e capillarità.
Il titolo stesso, S-P-O-N-D-E, è un acronimo di Sbarchi, Partenze, Odissee, Narrazioni, Documenti ed Ecologie. I trattini nel titolo fungono da ponti e pause riflessive, risignificando i concetti in un contesto come quello di Agrigento, caratterizzato da considerevoli flussi migratori, in partenza e in arrivo, nel passato e nel presente.
Nei progetti di questa rete, le sponde sono punti di arrivo e partenza per chi migra per scelta o necessità, spesso coinvolti in odissee fisiche, emotive e legali. Le sponde diventano documenti che registrano le doppie appartenenze di persone in movimento attraverso confini che generano mobilità o immobilità. Le sponde sono sistemi in cui diverse forme di vita (animali, piante, umani, residui di tecnologie) si adattano e coesistono, trasformando le sfide in esperimenti di vivibilità, un “co-divenire” come formulato da Donna Haraway. Sono anche formazioni geologiche come la pietra arenaria, simbolo di Agrigento, che ingloba frammenti di conchiglie, portando con sé il mare e la storia. Inoltre, le sponde sono terre che hanno segnato l’arrivo di truppe militari, come nel caso dello sbarco alleato del 1943, portatrici di liberazione ma anche di distruzione.
Il progetto è stato strutturato in tappe che permetteranno di approfondire il dialogo con i territori e la comunità. Nel periodo tra novembre e dicembre 2024, le artiste coinvolte hanno realizzato una prima residenza ad Agrigento che ha avuto l’obiettivo di esplorare i luoghi e raccogliere le testimonianze. Seguirà una seconda residenza, tra febbraio e marzo 2025, durante la quale le idee emerse verranno sviluppate in opere e progetti. 
Maria D. Rapicavoli realizzerà una scultura in pietra arenaria, incisa con le storie di immigrati stabilitisi ad Agrigento. Dopo essere stata immersa nel mare per acquisire tracce del tempo e degli elementi naturali, l’opera sarà collocata nel centro storico come simbolo di incontro tra chi è rimasto e chi è arrivato.
Marina Sagona presenterà una mostra di stampe e un’installazione video sul significato dell’identità attraverso i documenti, mettendo in discussione la legge sulla cittadinanza italiana basata sul sangue. La mostra esplorerà il contrasto tra i diritti garantiti ai discendenti di emigrati italiani e quelli negati agli immigrati integrati nella società italiana. 
Awen e Teresa Fiore realizzeranno un video di 5 minuti, basato su immagini d’archivio e interviste sullo sbarco del 1943 a Licata (Operazione Husky). Il video sarà proiettato in loop nel luogo dello sbarco, accompagnato da interviste spontanee con i residenti sul tema “Come ricordare lo sbarco?”. Questo progetto si inserisce nella Liberation Route Europe.
Vetri Nathan e Teresa Fiore, in collaborazione con geologi e biologi locali, esploreranno i luoghi di confine come la costa di Torre Salsa o gli ipogei di Agrigento, offrendo una narrazione sulle interazioni tra flora, fauna, geologia e cultura, proponendo una visione ecologica inclusiva.
S-P-O-N-D-E prevederà anche un piano educativo con corsi estivi, stage e scambi tra il Polo Territoriale di Agrigento (UNIPA) e università americane, a partire dalla Montclair State University.
Con una pluralità di linguaggi – scultura, video, stampa, elaborazione digitale di documenti e materiali d’archivio – S-P-O-N-D-E apre riflessioni su questi luoghi liminali, spazi di scambio che raccontano il passato, il presente e le potenzialità del futuro.

Conosci le artiste, la casa cinematografica e gli studiosi:

Awen Films è una casa di produzione cinematografica con sede a New York specializzata nella realizzazione di documentari e progetti visivi che esplorano temi di storia sociale e culturale, con particolare attenzione alle interconnessioni tra Italia e Stati Uniti. I loro lungometraggi - If Only I Were That Warrior (2015), Mister Wonderland (2019) e Stonebreakers (2022) - hanno ricevuto riconoscimenti tra cui il Globo d'Oro, il premio del pubblico al Festival dei Popoli e il premio per miglior documentario al History Film Festival. Le opere di Awen Films sono state presentate in numerosi festival, istituzioni accademiche e spazi culturali, e trasmesse su reti televisive internazionali. In collaborazione con il Centro Primo Levi, Awen Films ha realizzato le installazioni video The Rome Lab (2017) e Los Corassones Avlan (2019). Il contributo di Awen Films al progetto S-P-O-N-D-E è curato da Valerio Ciriaci, Isaak Liptzin e Mila Tenaglia. 

Originaria di Agrigento, Teresa Fiore vive negli USA da trent’anni. È titolare della cattedra Inserra di Italianistica e Italoamericanistica a Montclair State University nel New Jersey. Ha anche insegnato a Harvard, Yale, e NYU, e la sua ricerca ha ricevuto fondi Fulbright, Rockefeller e NEH. È autrice del libro Spazi pre-occupati: Una rimappatura delle migrazioni transnazionali e delle eredità coloniali italiane (Mondadori Education/Le Monnier). Ha pubblicato numerosi articoli in inglese, italiano e spagnolo sulle migrazioni da e verso l’Italia sia in riviste che in cataloghi d’arte e volumi collettanei (L’Italia Postcoloniale, New Italian Migrations to the United States, The Routledge History of Italian Americans). Nel 2019 è stata insignita del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Stella d'Italia per il suo lavoro di diplomazia culturale nella diffusione della cultura italiana negli USA attraverso eventi pubblici e programmi didattici. 

montclair.edu

Vetri Nathan è Professore Associato presso il Dipartimento di Lingue Europee e Studi Transculturali dell'Università della California Los Angeles (UCLA). È fondatore e ricercatore principale di un nuovo laboratorio di discipline umanistiche - “The Cybercene Lab” (www.thecybercenelab.org) - concepito come uno spazio interdisciplinare per studiare il benessere multispecie, le connessioni tra le identità culturali e naturali e i legami tra i conflitti umani, il cambiamento climatico ed i danni ambientali. Nato a Mumbai, Vetri Nathan è stato rappresentante indiano presso il prestigioso liceo internazionale Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico a Duino, Trieste. Successivamente, ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Stanford University in California. Autore del libro Marvelous Bodies: Italy’s New Migrant Cinema (2017), ha anche pubblicato numerosi articoli sulle identità diasporiche globali, la teoria postcoloniale, le scienze umanistiche ambientali.
elts.ucla.edu/person/vetri-nathan 

Maria D. Rapicavoli è nata a Catania, vive e lavora a New York. È stata borsista nel Whitney Independent Study Program a New York nel 2012. Ha conseguito un Master in Fine Arts presso la Goldsmiths University di Londra (2005) e una laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Catania (2001). Ha esposto i suoi lavori a New York (The High Line e Socrates Sculpture Park), Milano (Fondazione ICA), Muenster (Westfaerischer Kunstverein), Londra (Whitechapel Gallery), San Francisco (Yerba Buena Center For The Arts). Vincitrice di vari premi (the Italian Institute and the Italian Academy for Advanced Studies, New York, 2021; Italian Council VI edizione, 2019; nctm e l’arte, 2013; DE.MO./Movin’Up, 2011), ha partecipato a diversi programmi di residenza, tra cui Palermo Calling/Art&Science con l’Istituto Svizzero di Roma (2024) e Experimental Arts Education con il Chidren’s Museum of the Arts di New York (2023). Attualmente è un’artista associata con The Elizabeth Foundation for the Arts a New York. 

mdrspace.com 

Marina Sagona è un’artista italiana e americana. Nata a Roma nel 1967, vive a New York dal 1995. Ha studiato Storia dell’Arte all’Università La Sapienza e illustrazione all’Istituto Europeo di Design. A Roma è stata assistente dell’artista postmoderno Mario Schifano e a New York ha cominciato la sua carriera come illustratrice per il New York Times e il New Yorker. La sua esperienza curatoriale include la mostra “Senso Unico” al MoMA PS1 nel 2008 e “Dante Ferretti: Design and Construction for the Cinema” nel 2014. È stata artist in residence alla Domus Artist Residency a Galatina (2019) e alla Chiquita Room Residency a Barcellona (2021). Nel 2022 ha ricevuto una nomination per il Louis Comfort Tiffany Foundation Award. Il suo video Stabat Mater (2021) ha vinto numerosi premi tra cui il Cadence Video Poetry Festival Award, il Best Script/Concept Award al Ribalta Experimental Film Festival e il
Best Experimental Film Award al Sipontum Arthouse International Film Festival. marinasagona.com 

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